Sovizzo: Terra di valli e colline

Geografia particolare

Sovizzo è situato 10 Km a ovest di Vicenza e il suo territorio si estende tra le ultime propaggini dei Monti Lessini meridionali.

Caratterizzano il paesaggio la regolare dorsale dei “Monte di mezzo” e l’altra più articolata di “Sovizzo-Alto” tra le quali è incisa la lunga Valle dell’Onte percorsa dall’omonimo torrente.

La zona collinare raggiunge i 200 metri di quota ed è costituita da rocce prevalentemente calcaree di origine sedimentaria formatesi in ambiente marino tra 40 e 20 milioni di anni fa e successivamente emerse e modellate dall’erosione nelle forme naturali.

La pianura di Sovizzo costituisce una delle più interessanti particolarità geomorfologiche del vicentino: trovandosi ad una quota di vari metri inferiore alla parallela Valle dell’Agno-Guà, tutta l’idrografia superficiale è costretta a scorrere verso est, così il “Mezzarolo” viene respinto nell’Onte e questi nel Valdiezza: qui si origina il Fiume Retrone che con percorso innaturale “risale” a Vicenza.

L’ambiente collinare di Sovizzo presenta un manto vegetale che alterna zone boschive ad ampie radure. Nei versanti a tramontana e nelle valli crescono piante che prediligono i luoghi freschi e umidi mentre nelle zone più esposte si trovano varie specie termofile.

Altre essenze sono state diffuse dall’uomo a scopo agronomico o decorativo come il castagno, il noce, il gelso, il ciliegio, il melo, il glicine, il calicanto ecc.

La fauna è strettamente legata al vario ambiente vegetale e alla diffusa presenza di acqua: è da segnalare la frequentazione dei boschi più estesi e indisturbati verso Valdimolino del capriolo mentre lungo il basso corso dell’Onte e del Valdiezza non è raro poter osservare il variopinto martin pescatore.


Storia di 5000 anni

Scavi archeologici conodotti negli anni ’90 dalla Soprintendenza Archeologica dei Veneto in Via degli Alpini hanno accertato la frequentazione della zona di Sovizzo alla fine dei IV e durante il III millennio a.C. (età. tardo-neolitica ed eneolitica o del rame). Su un antico dosso alluvionale è stato scoperto un complesso di strutture megalitiche con funzione sacrale-funeraria.

Si tratta di alcune sepolture costituite da accumuli ordinati di pietre alle quali si accede lungo un doppio corridoio di 25 metri marcato da grossi ciottoli fluviali allineati e da tre stele verticali di pietra all’ingresso. In uno dei circoli funerari è stato rinvenuto un corpo rannicchiato e semibruciato, corredato da punte di freccia in selce di pregevole fattura.

Per l’unicità e l’importanza dei ritrovamento, riscontrabile con l’area megalitica di S. Martino di Aosta, si è attivata la costruzione in loco di un museo che ospiterà anche altri reperti della storia di Sovizzo. Dell’epoca romana si ha testimonianza in alcune antiche iscrizioni murate nelle chiese di S. Daniele e di Sovizzo-Alto, la più importante delle quali era dedicata alla Dea Diana ed è probabile che facesse parte di un tempio.

Tra il VI e l’VIII secolo s’insediavano a Sovizzo i Longobardi: in località Le Battaglie fu scoperta all’inizio del secolo una grande necropoli con decine e decine di tombe corredate da moltissimo materiale tra cui: coltelli, spade, lance, umboni di scudo, fibbie, pettini, perle vitree e altri oggetti. Antichi autori affermano che “si vedono certi vestigi di un antichissimo castello nel Monte presso la Chiesa”: anche se i primi documenti lo citano agli inizi del Duecento, forse era un castello vescovile eretto verso il X secolo contro le invasioni degli Ungari, certo è che molto ha significato per le nostre genti poichí “Castello” viene ancora chiamato il luogo dove oggi sorge il gruppo parrocchiale di S. Maria Annunziata a Sovizzo-Colle.


Ville tra le contrade

Attorno a Sovizzo si trovano numerose ville e antichi complessi rurali che conservano le originarie strutture architettoniche. In centro a Sovizzo, prospiciente la parrocchiale di S. Maria Assunta, risalta Villa Bissari-Curti eretta nella seconda metà del’500 e modificata nei secoli seguenti fino all’aggiunta di un scenografico teatrino all’antica. Nel grande parco secolare, disseminato di statue del ‘600 e di altre antichità si fanno ammirare alcuni grandi alberi tra cui il cosiddetto “platano femmina” di 33 metri di altezza e m. 4,5 di circonferenza. In località Riva, poco a ovest dell’antica chiesa di S. Daniele si trova Villa Marzotto-Schiavo i cui moduli architettonici rimandano al ‘600 dello Scamozzi. A Montemezzo, in località “Castello” si osserva Villa Cavajon-Pisoni il cui stemma nobiliare con data 1657 è inserito anche sopra la chiave d’arco dell’antico portale d’ingresso. Poco sotto la chiesa dedicata a S. Bartolomeo sorge su una incantevole balconata Villa Civena-Vencato del primo ‘500, affiancata da una massiccia torre-colombara. Sopra l’ingresso padronale è murata una lapide che tradotta dice: In questa villa, circondata da serena amenità, si allietino e si ricreino amici e ospiti, così decido, Andrea Civena, figlio di Ottaviano, secondo la tradizione dei miei antenati, 1592.


Donna Vincenza Pasini

Narra lo storico vicentino Sebastiano Rumor:

Il giovedì 7 marzo 1426, a terza, la Vergine apparve sul Monte Berico ad una pia vecchierella di nome Vincenza Pasini, fra un nembo di luce e un divino concerto; Essa apparve in forma di regale signora, adorna di vesti d’oro luminosissime, profumando l’aria di effluvi di Paradiso. A questo prodigioso spettacolo la donna cadde al suolo sbalordita; ma la Vergine, prendendola con la mano per la spalla destra e confortandola con un celeste sorriso, le disse:

“Non temere, Vincenza, io son Maria, la madre del Dio morto in croce per la salute del genere umano. Va’ e di’ ai Vicentini che innalzino in questo luogo una chiesa consacrata al mio nome se voglion esser liberati dal flagello che li percuote”

Vincenza Pasini nasce nel 1356 a Sovizzo; i documenti non ci dicono in quale precisa località del borgo abbia visto la luce, ma, seguendo la tradizione orale tramandatasi nei secoli, siamo portati ad accreditare che sia nata e vissuta, fino al matrimonio con Francesco di Montemezzo, nella casetta sita in quella che oggi è Via Guglielmo Marconi, all’angolo con Via Vincenza Pasini, contrassegnata con il civico numero 34.

A quell’epoca l’attuale capoluogo non è che un piccolo villaggio, sviluppatasi da pochi decenni, con poche casupole di legno e paglia con aia, corte ed orto, sorte nei pressi dell’incrocio di Santa Maria e nella contrada del ponte, vicino alla chiesa di San Michele (ora municipio vecchio).

Da tempo immemorabile il tradizionale pellegrinaggio a Monte Berico, indetto dalla Parrocchia di Santa Maria Annunziata per una domenica di fine agosto, testimonia la devozione della Comunità per Donna Vincenza Pasini, confermata dalla presenza nella Chiesa di Sovizzo Colle, ai lati dell’altare maggiore, di due sculture marmoree raffiguranti la Madonna e la Veggente,realizzate nel 1693 dal Marinali.

Nel corso di una affollata cerimonia il 25 agosto 2000 venne apposta sulla casa natale di Donna Vincenza Pasini una lapide che riporta la seguente iscrizione:

Nel Giubileo dell’Anno Santo Duemila la Comunità di Sovizzo ricorda
donna VINCENZA PASINI
che in questa casa nacque nel 1356.
Mentre infuriava la peste, Le apparve la Madonna a Monte Berico
e, per sua intercessione, il contagio cessò.
Donna Vincenza rimarrà nella nostra memoria come segno
dell’umile e sincera religiosità delle genti di questi luoghi.

Testi tratti da http://www.comune.sovizzo.vi.it/